DIARIO DI BORDO


La memoria non è un party di gala

“La memoria non è un party di gala”… questa frase – citazione di un post pubblicato quasi un anno fa nel web magazine kom-pa.net – chiude l’esperienza diario/taccuino di “Isola Nuda”. A mio avviso il progetto “Isola Nuda” ha esplicitato, in maniera forte, la difficoltà di relazionarsi, oggi, con la Memoria e la sua conservazione/divulgazione. Credo di averlo già scritto da qualche parte, “Isola Nuda” non è un documentario se per documentario si vuole intendere una ricostruzione di fatti attraverso il linguaggio del cinema. “Isola Nuda” non poteva che essere un ibrido, una zona di sospensione tra il reale e l’immaginifico, perché questo Paese (l’Italia) oramai è un ibrido.

Le ultime sei puntate del video blog si sono travestite da “taccuino”: blocco di appunti in cui annotare “schizzi” da viaggiatore, mi sembrava la giusta maniera per dare volto/voce a coloro che, pur non apparendo nel film, hanno dato il loro contributo non tanto in termini di informazione ma quanto di umana partecipazione. Si sarebbero potute prendere tante strade per raccontare questi (non)personaggi ed ognuna avrebbe contribuito a creare un differente paesaggio. Ecco perché queste sei puntate sono fogli sparsi di taccuino e non monolitiche clip da diario: il tentativo è stato quello di ridurre al minimo la rielaborazione – da cui ovviamente non si sfugge – e tratteggiarne le sembianze.

“E’ come se l’esistenza di altre persone che senti vicine, accomunate dal fatto di avere incrociato le proprie strade, fungesse da prisma in grado di scomporre la luce degli eventi e delle cose, in grado di illuminare, di rendere più chiari passaggi della propria vicenda e di quelle collettive”. Lo scrive Wu Ming nel suo “Gran River”, un racconto di viaggio letto tra Palermo-Milano-Valencia durante un recente viaggio brevissimo ma indispensabile per tentare di riagganciare la mia realtà.

Da domani alle 16, invece, sarà passata esattamente una settimana dall’inizio del nuovo viaggio di Manila, una nuova possibile compagna di sguardi, figlia di due compagni di sguardi e di avventure incontrati ormai tre anni or sono in questa terra che non so più giudicare.

Domani saranno, anche , passati 10 giorni dalla definitiva liberazione di Eluana Englaro, reclusa per oltre 17 anni in quell’intrigo di codici e tubi che alcuni/e si ostinano a chiamare Morale. Su questo vi inviterei a leggere il bel post scritto dal mio grande amico e compagno Totò Cavaleri e pubblicato sempre in kom-pa.net

Sono gli ultimi frammenti, questi, di una lunga “scia” che ha intersecato il percorso produttivo e di riflessioni che si è dipanato intorno a “Isola Nuda” e che ha davvero rappresentato la parte più sana della mia, per nulla semplice, relazione con questa città che, come ho già scritto, non so più come guardare. Forse non riesco più a guardare.

“Custodisci la paura. Non lasciarla libera, quando tutto accade veloce impara a essere lento” dice Philippe Lacroix Ronaterihonte,”Le Grand Diable”,  un personaggio di fantasia (Wu Ming, Manituana, pag. 158)

18/02/2009
 
 



 

 
 
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